Il 22 dicembre 2023, presso il Vescovado di Treviso, è stata costituita la Fondazione Diocesi Treviso Energy ETS, la prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) diocesana d’Italia. Questo progetto pionieristico mira a produrre e consumare energia pulita in modo condiviso su tutto il territorio della Diocesi, con particolare attenzione a sostenere le persone con minori risorse economiche. I soci fondatori della comunità sono l’Ente Diocesi di Treviso, l’Opera San Pio X e la Casa del Clero, e la fondazione coinvolgerà anche parrocchie, aziende e privati, con il supporto di un partner tecnologico per le infrastrutture necessarie.
Alla firma erano presenti il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, mons. Mauro Motterlini (presidente dell’Opera San Pio X e della Casa del Clero), l’economo diocesano Sergio Criveller, il notaio Paolo Talice e i consulenti che hanno collaborato alla stesura dello statuto: l’avv. Giovanni Manildo, il dott. Fabio Pavan e l’avv. Monica Cammalleri.
La Comunità Energetica Rinnovabile è stata resa possibile grazie al Decreto legge 162/19, che ha introdotto in via sperimentale questo modello nel febbraio 2020, successivamente regolamentato dal Decreto legislativo n. 199 dell’8 novembre 2021. Recentemente, il Decreto attuativo firmato dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha completato il quadro normativo, aprendo la strada all’efficacia piena delle CER.
A spiegare la scelta e il funzionamento della Comunità energetica, il neopresidente della Fondazione, ed economo diocesano, Sergio Criveller: “Abbiamo studiato una struttura giuridica, la Fondazione di partecipazione, che sia rispettosa del “modello diocesi”, come chiesto dal Vescovo. Quindi una grande Comunità energetica e 23 sottogruppi, quante sono le Cabine primarie in Diocesi, anziché costituire 23 soggetti giuridici autonomi. Ricordo che la Diocesi di Treviso insiste su una grande parte della Provincia di Treviso, ma anche su parti di quelle di Padova, di Venezia e anche due parrocchie in provincia di Vicenza. Ogni sottogruppo avrà quindi più parrocchie. L’idea di fondo – sottolinea – è quella di una grande “comunità di comunità”. Dobbiamo mettere a fuoco ancora un regolamento condiviso che determini le regole all’interno della grande Comunità, ma soprattutto del sottogruppo. Ci sarà chi produce e consuma, e chi consuma e basta. La novità assoluta del modello “Comunità energetica” è che si ha il massimo di beneficio quando c’è consumo istantaneo: produco 100 e consumo 100. Quindi, oltre a fare produzione, c’è la necessità di trovare chi consuma. Quindi, il massimo senso della Comunità energetica è che ci sarà anche chi ne farà parte solo per consumare. Ma il suo consumo genera risorse per sostenere chi è nella difficoltà a pagare le bollette. Questo è uno degli aspetti più belli della Comunità energetica, quello solidale. Non si fa Comunità energetica per fare business – precisa -, ma per condividere e sostenere, salvaguardando l’ambiente, e contribuendo, anche grazie al consumo, ad aiutare le situazioni di fragilità, così che ad averne un beneficio sarà tutta la comunità”.
Il progetto della Comunità Energetica Rinnovabile si collega a una spinta della Chiesa italiana verso uno sviluppo energetico sostenibile. Durante la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani del 2021, tenutasi a Taranto, l’arcivescovo Filippo Santoro aveva infatti esortato tutte le parrocchie italiane a diventare comunità energetiche, avviando progetti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.
La Diocesi di Treviso si è fatta promotrice di questo modello, aprendo la CER a tutte le 265 parrocchie del suo territorio, ma anche a famiglie, aziende e Comuni, rendendola la prima Comunità Energetica Rinnovabile diocesana su scala nazionale. Criveller conclude sottolineando che la Diocesi Treviso Energy ETS potrà diventare uno strumento non solo di sostenibilità ambientale, ma anche di creazione di reddito a favore delle famiglie e delle comunità locali, favorendo una transizione energetica giusta e solidale.
Fonte: Diocesi di Treviso