Il 9 novembre scorso a Treviso, la Trevisani nel mondo si è riunita per la seconda volta nel 2024 in assemblea per rinnovare le proprie cariche sociali per il prossimo triennio 2024-2027.
Dei 19 candidati al consiglio direttivo, 15 sono stati eletti come previsto dalla statuto.
Buona la partecipazione alle votazioni delle sezioni AITM (56 per la precisione), che hanno potuto organizzare assemblee disgiunte nel prorio comune per consentire a tutti i propri soci di partecipare a questo importante momento associativo.
Lo scrutinio delle schede votate è poi avvenuto presso la sala riunioni della Sede Centrale AITM il 14 novembre 2024, con la pubblicazione dei risultati sul sito internet associativo.
A seguire i consiglieri sono stati convocati il 28 novembre 2024 per la prima riunione, che all’ordine del giorno prevedeva l’elezione delle 3 cariche associative più importanti. Dopo un giro di consultazioni, è stato confermato Presidente Franco Conte e dei due vicepresidenti, Mario Algeo e Loretta Pizzato (vicario).
Il nuovo presidente AITM si è detto onorato di poter continuare il lavoro intrapreso nell’ultimo triennio e di “rappresentare la moltitudine di persone che durante più di un secolo hanno lasciato la terra trevigiana percorrendo le strade del mondo alla ricerca di più dignitose condizioni di vita. Le sfide che l’AITM dovrà affrontare nel prossimo futuro saranno vinte grazie all’impegno di tutti, a partire dal Consiglio Direttivo in parte rinnovato, ai presidenti delle varie sezioni territoriali e ai numerosi soci.”
Particolare attenzione verrà rivolta “ai numerosi giovani che anche al giorno d’oggi, talvolta per necessità, altre volte per scelta, cercano lontano dalla propria terra la risposta alle personali aspirazioni”.
L’AITM infatti continua il presidente Conte “continuerà a realizzare nuovi progetti per chi all’estero non ha dimenticato l’orgoglio di appartenere alla terra d’origine, pur integrandosi nei paesi di adozione, conservando l’identità dei propri avi nelle tradizioni, nelle forme culturali, financo nella lingua, con la consapevolezza del grande ruolo che hanno avuto per lo sviluppo dei paesi che li hanno ospitati”.